Manco mal, come dicono a Venezia, che non credo al detto "quello che fai il primo dell'anno lo fai tutto l'anno", altrimenti la prospettiva per il 2011 sarebbe stata pessima visto che, cominciando dalla sera del 31 fino alla Befana, mi ha accompagnato una temperatura corporea altalenante tra i 38 e i 39 gradi. Il tutto contornato da tosse, raffreddore, dolori vari. Tra i deliri della febbre, però, ho riflettuto su come programmare il mio primo giorno dell'anno nell'eventualità che il detto popolare fosse vero. I primi pensieri sono stati quelli che si fanno quando fantastichi di vincere al Superenalotto, del tipo nuotare con i delfini, mangiare frutta sulla spiaggia e così via, ma poi tra i fumi del paracetamolo e dell'ipertermia mi ritrovo, nonostante la mia spiccata concretezza e conosciuta durezza di vecchio lupo di mare, conquistate in anni di navigazione per mari di ricercata solitudine, a disegnare nella mia mente una giornata di primavera, la stanza è luminosa. È domenica mattina. Respirando aria pulita due corpi si abbracciano nel letto, sono io e il mio compagno, abbiamo qualcosa di magico, riesco a sentire l'odore forte del nostro amore, dell'unione di corpo e anima, l'odore potente della nostra perfezione. Mi scuoto un attimo per distogliermi da pensieri che non mi appartengono. Incolpo la debolezza, cerco di ripristinare l'ordine delle cose, ma poi mi accorgo, ed è così evidente, che tutto: febbre, filastrocche popolari, medicinali, sudori e vapori è lì per appoggiare il mio corpo che, dopo anni di soprusi, sta reclamando il suo diritto ad amare e ad essere amato. Con un leggero senso di colpa per il passato ma con una nuova naturalezza per il futuro sento che sarà un anno molto diverso.
Manco mal, ciò!
capita anche che tutto l'anno si faccia quel che si è fatto il 2...
RispondiEliminateoria inconfutabile!
RispondiEliminaciao
sei su Lessico da amare
RispondiElimina